Pubblicato il 07/02/23e aggiornato il

Come si leggono i numeri romani? Spiegazione

Prima di tutto diciamo che i numeri sono dei simboli creati dall'uomo per comunicare, fare calcoli, memorizzare determinate informazioni.

Dopodiché facciamo una distinzione tra i numeri normali (0, 1, 2, 3.... 9; creati in India, diffusi in occidente dagli arabi e utilizzati ai giorni nostri) e i numeri romani (I, II, III.... M).
I primi vengono inclusi nella numerazione posizionale, mentre i secondi nella numerazione additiva.

Come si leggono i numeri romani? Ecco la spiegazione.

Nella numerazione posizionale ogni simbolo cambia valore a seconda della sua posizione all'interno di una determinata serie. Ad esempio il 2, da solo, vale due; mentre il 2 seguito da uno zero (20) vale come decina, ossia venti unità, venti volte uno. Se poi mettiamo anche le virgole (vedi "Numeri decimali, spiegazione semplice"), allora cambia nuovamente il significato di quel simbolo "2".

Nella numerazione additiva (i numeri romani), invece, ogni simbolo mantiene il proprio significato, valore, anche cambiando posizione all'interno di una serie numerica. Tuttavia, però, la sua posizione determina il suo compito: in pratica se si trova a destra viene sommato (addizione) ai simboli che sono a sinistra, mentre se si trova a sinistra viene sottratto a quelli che sono a destra.

Spiegazione, significato dei numeri romani


I simboli creati dagli Antichi Romani, per definire i numeri, sono sette: I, V, X, L, C, D, M.

I equivale a 1
V equivale a 5
X equivale a 10
L equivale a 50
C equivale a 100
D equivale a 500
M equivale a 1000

Finché vengono letti singolarmente son facili da capire. Ma per descrivere altri numeri si deve far ricorso alla loro unione. Vediamo qualche esempio.

Per fare il 2 basterà sommare due volte l'1, quindi avere II.
Per il 3 avremo quindi III.

Il 4 cambia sistema. Anziché mettere quattro stanghette, i Romani avevano stabilito che si dovesse togliere una stanghetta (unità) al cinque, ponendo l'unità a sinistra (come abbiamo detto prima nella numerazione additiva, a destra sommi, a sinistra sottrai).
Il 4 sarà raffigurato così: IV (cioè cinque meno uno).

Per il 6 si ritorna a sommare le unità, quindi: VI (cinque più uno).
Stesso discorso per il 7 e l'8: VII e VIII.

Al 9 si ritorna a sottrarre, come nel quattro, quindi: IX (cioè dieci meno uno).

In pratica da 1 a 3 e da 6 a 8 si somma. Mentre, il 4, il 9 vanno per sottrazione.

Con lo stesso procedimento avremo i numeri più grandi.

12 = XII (dieci più due)
53 = LIII (cinquanta più tre)
101 = CI (cento più uno)
502 = DII (cinquecento più due)
1003 = MIII (mille più tre)

Proviamo qualche combinazione più complessa

Per scrivere 54 dobbiamo prendere il cinquanta (L), sommargli cinque (V) e sottrarre uno (I) al cinque, ossia: LIV. E' come scrivere 50 + 4 (L + IV).

Ogni numero dobbiamo considerarlo come suddiviso in unità, decine, centinaia e migliaia. E tradurre poi in numeri romani pezzo per pezzo.

Come si scrive ad esempio la data 1991?
Andiamo con ordine, poiché dobbiamo trovare i simboli di 1000 + 900 + 90 + 1
Si parte dal mille (M)
Poi c'è il novecento (CM), cioè mille meno cento
Poi il 90 (XC), cento meno dieci
E infine l'1 (I)

Quindi 1991, unendo i simboli sopra trovati, diventerà MCMXCI.

Numerazione nell'Antica Roma
E 1951?
Si scrive facendo la somma di 1000 con 900 con 50 e con 1, considerando che 900 non è altro che mille meno cento.
In pratica, M (1000) + CM (900) + L (50) + I (1) = MCMLI.

Nell'immagine, il 2015.

Il 999?
Lo scriveremo cercando prima i simboli del 900, poi quelle del 90 e infine quelli del 9:
CM (900) + XC (90) + IX (9) = CMXCIX (999).

Proviamo ora una serie ancora più complicata ma allo stesso tempo affascinante, perché racchiude in sé tutti e sette i simboli: MDCLXVI.

Riuscite a decifrare questo numero?
Andiamo con ordine. Il primo è un 1000, al quale va sommato il secondo, ossia un 500, poi un 100 e un 50, un 10, un 5 e un uno: 1000 + 500 + 100 + 50 + 10 + 5 + 1 = 1666.

Le combinazioni sono infinite, spostando i simboli a destra e a sinistra, sommando o sottraendo, ricordando che ogni simbolo mantiene il proprio significato. Quindi la "C" sarà sempre equivalente a 100 ma avrà la funzione di somma se posizionata a destra o di sottrazione se posizionata a sinistra.

Limiti dei numeri romani
I Romani arrivavano a definire i numeri solo fino alle migliaia (M). Per loro un milione era solo mille migliaia. Visto che con i nostri simboli arriviamo al massimo fino a 3999, cioè MMMCMIC, come facevano i romani a contare dal 4000 in poi?

Per risolvere utilizzavano un trucchetto grafico, inserendo sopra i simboli una stanghetta orizzontale per moltiplicare per mille, una "U" capovolta per moltiplicare per centomila e due stanghette orizzontali sopra il simbolo per moltiplicare per un milione.

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V = 5.000
Mentre, con la "U" capovolta sul simbolo (vedi grafica qui sopra) si avrebbe 500.000. Con due stanghette orizzontali sopra si leggerebbe 5 milioni.
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X = 10.000
Con la "U" si avrebbe un 1 milione. Con due stanghette orizzontali si leggerebbe 10 milioni.
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C = 100.000
Con la "U" si avrebbe un 10 milioni. Con due stanghette orizzontali si leggerebbe 100 milioni.

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