Un termine forse un po' complicato per uno strumento che, invece, molti conoscono. Vediamo cosa sono.
Gli abrasivi sono materiali molto duri usati per levigare, lucidare, tagliare o affilare altri materiali più teneri. Si possono trovare sotto forma di blocchi compatti, granelli o polveri, e servono per rendere le superfici lisce e uniformi.
Un esempio semplice è l'uso delle pietre coti, su cui si sfregano coltelli per affilarli. Ma gli abrasivi si usano anche in forme più evolute, come le mole, dischi che ruotano rapidamente per levigare o incidere superfici, oppure le carte e le tele smerigliate (spesso si parla di "carta vetrata" o "carta vetro"), su cui è applicata polvere di materiali duri, utili per carteggiare legno, metallo e altri materiali.
A volte, le polveri abrasive vengono usate direttamente, mescolate con acqua o olio. Oppure vengono sparate con forza sulla superficie da trattare, usando getti d’acqua o aria compressa: questa tecnica è chiamata sabbiatura ed è molto usata nell’industria.
Gli abrasivi sono fondamentali in settori come la meccanica e la siderurgia, perché aiutano a ridurre gli attriti tra parti metalliche in movimento. Meno attrito significa meno surriscaldamento, meno usura e minor uso di lubrificanti.
Molti abrasivi naturali sono fatti con arenarie, rocce formate da granelli duri di quarzo o silice, mescolati con materiali più deboli come calcare e argilla. Quando la pietra viene usata per levigare, i materiali più teneri si consumano, liberando nuovi granelli taglienti che continuano il lavoro abrasivo.
Quando invece si usano polveri o graniglie abrasive mescolate in acqua o olio, sono proprio questi piccoli granuli, in continuo movimento, a sfregare le superfici, grazie alle loro molteplici angolazioni. Si usano polveri di diamante, corindone, smeriglio, farina fossile o vetro polverizzato.

Esistono anche abrasivi artificiali creati in laboratorio. Sono fatti con polveri di materiali duri (come quarzo, corindone, alundum o carborundum -un composto di silicio e carbonio), mescolate con sostanze ceramiche e poi cotte per ottenere blocchi solidi e porosi, simili alle arenarie naturali.
Per lavorare materiali molto duri, che consumano rapidamente anche gli abrasivi, si usano agglomeranti "deperibili" come gomma o resine plastiche. Questi si consumano facilmente durante l’uso, liberando continuamente nuovi granuli taglienti, mantenendo così l’efficacia abrasiva.
Le mole abrasive, naturali o artificiali, offrono ottimi risultati anche a velocità molto elevate, ma per usarle in sicurezza è necessario montarle su macchine molatrici dotate di ripari e protezioni, poiché possono rompersi facilmente.
Infine, ci sono abrasivi usati per tagliare e incidere, come le punte di diamante utilizzate per incidere o tagliare vetro e altri materiali molto duri.
La parola "abrasivo" deriva dal verbo "abradere", ossia "ab-radere" (da radere): portare via, eliminare, raschiando.
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