Pubblicato il 03/07/25e aggiornato il

Abrasivi: i materiali che "limano" il mondo

Un termine forse un po' complicato per uno strumento che, invece, molti conoscono. Vediamo cosa sono.

Gli abrasivi sono materiali molto duri usati per levigare, lucidare, tagliare o affilare altri materiali più teneri. Si possono trovare sotto forma di blocchi compatti, granelli o polveri, e servono per rendere le superfici lisce e uniformi.

Un esempio semplice è l'uso delle pietre coti, su cui si sfregano coltelli per affilarli. Ma gli abrasivi si usano anche in forme più evolute, come le mole, dischi che ruotano rapidamente per levigare o incidere superfici, oppure le carte e le tele smerigliate (spesso si parla di "carta vetrata" o "carta vetro"), su cui è applicata polvere di materiali duri, utili per carteggiare legno, metallo e altri materiali.

A volte, le polveri abrasive vengono usate direttamente, mescolate con acqua o olio. Oppure vengono sparate con forza sulla superficie da trattare, usando getti d’acqua o aria compressa: questa tecnica è chiamata sabbiatura ed è molto usata nell’industria.

Gli abrasivi sono fondamentali in settori come la meccanica e la siderurgia, perché aiutano a ridurre gli attriti tra parti metalliche in movimento. Meno attrito significa meno surriscaldamento, meno usura e minor uso di lubrificanti.

Molti abrasivi naturali sono fatti con arenarie, rocce formate da granelli duri di quarzo o silice, mescolati con materiali più deboli come calcare e argilla. Quando la pietra viene usata per levigare, i materiali più teneri si consumano, liberando nuovi granelli taglienti che continuano il lavoro abrasivo.

Quando invece si usano polveri o graniglie abrasive mescolate in acqua o olio, sono proprio questi piccoli granuli, in continuo movimento, a sfregare le superfici, grazie alle loro molteplici angolazioni. Si usano polveri di diamante, corindone, smeriglio, farina fossile o vetro polverizzato.

Abrasivi (I.A.)
Esempi di abrasivi (immagine generata da I.A.)

Esistono anche abrasivi artificiali creati in laboratorio. Sono fatti con polveri di materiali duri (come quarzo, corindone, alundum o carborundum -un composto di silicio e carbonio), mescolate con sostanze ceramiche e poi cotte per ottenere blocchi solidi e porosi, simili alle arenarie naturali.

Per lavorare materiali molto duri, che consumano rapidamente anche gli abrasivi, si usano agglomeranti "deperibili" come gomma o resine plastiche. Questi si consumano facilmente durante l’uso, liberando continuamente nuovi granuli taglienti, mantenendo così l’efficacia abrasiva.

Le mole abrasive, naturali o artificiali, offrono ottimi risultati anche a velocità molto elevate, ma per usarle in sicurezza è necessario montarle su macchine molatrici dotate di ripari e protezioni, poiché possono rompersi facilmente.

Infine, ci sono abrasivi usati per tagliare e incidere, come le punte di diamante utilizzate per incidere o tagliare vetro e altri materiali molto duri.

La parola "abrasivo" deriva dal verbo "abradere", ossia "ab-radere" (da radere): portare via, eliminare, raschiando.

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