Il termine accademia indica un luogo in cui maestri e studiosi si riuniscono per fissare, insegnare e tramandare le regole fondamentali del sapere o dell’arte.
La parola deriva dal nome di un bosco situato nei pressi di Atene, dedicato all'eroe Academo, dove nel 387 a.C. Platone fondò una scuola filosofica che in seguito fu chiamata Accademia platonica.

Nel campo artistico, le accademie ebbero quasi ovunque due scopi principali: formare gli artisti secondo le esperienze del passato e promuovere un determinato indirizzo artistico, ritenuto il migliore.
Per questo motivo, le accademie finirono spesso per opporsi alle novità e ai cambiamenti. Già nella tarda civiltà greca, durante l'ellenismo, si attribuiva grande importanza all’accademia, poiché essa stabiliva le regole (canoni) da seguire nella creazione delle opere, in particolare di scultura.
Poco dopo, a Roma, soprattutto grazie all'opera dell'accademia vitruviana, fondata dal grande architetto Vitruvio nel I secolo a.C., vennero fissati canoni anche per l'architettura.
Nel Medioevo, specialmente alla corte di Carlo Magno, come già accadeva a Bisanzio, le accademie riaffermarono il principio di superiorità dell’arte classica.
Durante il Rinascimento italiano, a Firenze, l'accademia trovò sede nei giardini medicei, luogo di incontro e formazione per molti artisti.
L'istituzione accademica conobbe un periodo di particolare splendore nella seconda metà del XVI secolo, quando vennero formulate le regole della pittura. Nel 1588, il pittore Taddeo Zuccari (in realtà l'accademia fu poi diretta dal fratello Federico Zuccari) riunì in una palazzina a Trinità dei Monti, a Roma, un gruppo di allievi cui insegnava ad ammirare soprattutto Raffaello e i pittori veneti. Questa scuola fu detta Accademia romana.
Da tale esperienza nacque uno stile pittorico legato ai modelli accademici, detto manierismo, caratterizzato dal gusto per le forme eleganti e idealizzate.
Dopo la Controriforma, quando la Chiesa cattolica volle esercitare la propria autorità anche sull’arte, il cardinale Federico Borromeo fondò a Milano un’accademia destinata a formare artisti secondo modelli e schemi approvati, che restarono influenti per lungo tempo.
A Bologna, nel XVI secolo, sorse l'Accademia dei Carracci, promossa dai pittori Annibale, Agostino e Ludovico Carracci, che sostenevano l'importanza del disegno (tipico dei pittori toscani) unito al colore (caratteristico della scuola veneta).
Contro la rigidità di queste regole si ribellò Caravaggio, che volle rinnovare la pittura ispirandosi alla realtà e alla vita quotidiana, piuttosto che ai modelli ideali dell'accademia.
In Francia, durante il regno di Luigi XIV, nacque l'Accademia reale di pittura e scultura. Essa fondò una sede a Roma, presso Villa Medici, dove gli artisti vincitori del Prix de Rome potevano studiare da vicino le opere dell'antichità e del Rinascimento.
Dalla fine del Settecento, il termine accademia assunse anche il significato più moderno di scuola d'arte, come nell'Accademia di Brera a Milano e nell'Accademia Albertina a Torino.
Oltre alle accademie artistiche, esistono anche accademie letterarie, archeologiche, scientifiche, musicali, giuridiche, militari e di molti altri ambiti.
Tra le accademie letterarie, la più famosa è l'Accademia degli Arcadi (o Arcadia), fondata a Roma nel 1690 da un gruppo di letterati che avevano frequentato il salotto della regina Cristina di Svezia.
Un'altra importante istituzione è l'Accademia della Crusca di Firenze, dedicata allo studio e alla tutela della lingua italiana. Di grande prestigio è anche l'Accademia francese, mentre nel campo archeologico si distingue la Pontificia Accademia Romana di Archeologia, istituita nel 1810.
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